Programma

Letteratura

Dante Alighieri

De uacci uari eloquentia: il Codice di Dante

Gio 17 Giugno 2021
Orario: 22:00
Luogo: online: YouTube a Facebook IIC
Organizzatore: IIC Bratislava

Evento con Alessio Martinoli e Michal Denci in occasione del 700° anniversario della scomparsa di Dante Alighieri. In lingua originale con rispettivi sottotitoli in italiano e in slovacco.

Al magnifico e illustrissimo lettore, magari futuro spettatore,

umilmente ci permettiamo di introdurre l’opera offerta, sperando di poter così accrescere il Suo diletto derivante dalla fruizione dell’opera stessa.

Il “dialogo” tra Alessio Martinoli e Michal Denci su Dante Alighieri rappresenta il punto di partenza di una serie di eventi dedicati al Sommo Poeta. E come ben sappiamo, il percorso dantesco ha l’inizio in un bosco: il viaggio del protagonista della Divina Commedia nel mondo dell’aldilà comincia proprio in una selva, addirittura, oscura. Ed è forse in un bosco, seppur posto ai margini di una città che lo fagocita e lo insidia, in cui è oggi è possibile ancora scorgere un mondo simile a quello che guardavano anche gli uomini vissuti 700 anni fa.

Entrando in una foresta, però, sorgono inevitabilmente alcune domande: fino a che punto bisogna prendere Dante alla lettera? Quando un’allegoria rappresenta un mezzo per conoscere il mondo e quando invece si tratta di una “bella menzogna”, quando di un ornamento? In quali casi è accettabile che un’espressione abbia più interpretazioni e quando invece le nostre parole vengono svuotate e quindi inquinano un discorso come dei rifiuti? (Scusi il lettore illustrissimo l’uso spregiudicato dell’allegoria).

Il parlare è un’attività prettamente umana. Dante ce lo spiega nel suo De vulgari eloquentia, in cui cerca una matrice generatrice per creare la lingua italiana perfetta. Ai nostri giorni i contenitori che come le parole portano un contenuto spesso sono fatti di plastica: la formula chimica per produrre la plastica, che pure è un prodotto prettamente umano, genera una lingua in cui lo svuotamento di senso diventa sensibile soprattutto in un bosco.

La lingua serve per comunicare: ecco perché per metterla in atto serve un dialogo. In questo caso si tratta di un dialogo non solo tra due persone, ma anche tra due culture – e quindi tra due lingue – diverse. Oltre al significato c’è anche il suono, la melodia della parola. La poesia è anche musica (Dante infatti predilige la forma della canzone). E la musica non conosce confini. Lo dimostra il coretto famoso “uacci uari uari” che non ha un significato e che proprio grazie a questo può essere cantato in canzoni di tutto il mondo. 

Dante come si suol dire fa tuttora tendenza. Molti autori e studiosi si sono accostati a Dante nel passato, moltissimi per elogiarlo e non pochi per criticarlo. Uno sguardo non convenzionale sembra oggi un metodo per rendersi ancora più visibili in questo mare di nomi. Ma qui non si tratta di rendersi visibili, di elogiare o di sminuire la sua grandezza. Si tratta semplicemente di esplorare un mondo che non è più (o forse piuttosto che non è ancora) nostro.

Infine, non crediamo che nell’assumere i nomi degli amici di Dante, come alcuni forse obbietteranno, noi incorriamo nel peccato della presunzione, perché, come dice il nostro amico stesso, sono stretti dal sacramento dell’amicizia sia gli uguali sia i diversi di grado. E se la nostra opera non sarà di gradimento e, anzi, verrà considerata da buttare, anche questo giudizio, considerato che il modo di raccontare è dimesso e umile, perché sono immagini ”trash”, sarà segno allegorico di accettazione della nostra offerta.

Michal Denci, Alessio Martinoli, De uacci uari eloquentia

A tutti gli uomini che una natura superiore ha indirizzato all’amore per la verità spetta in primo luogo questo: che, come sono stati arricchiti dagli sforzi degli antichi, così anche loro si impegnino a giovare ai posteri, di modo che grazie a loro le generazioni future abbiano di che arricchirsi.” Dante Alighieri, De monarchia

Alessio Martinoli (Fiesole), attore, drammaturgo, regista in teatro e ideatore di format per la diffusione di cultura e di pratiche artistiche. Nel corso degli anni si è occupato della figura dello scrittore Dino Buzzati, creando spettacoli, incontri, conferenze; nel 2013 ha ideato Cantiere Futurarte (www.cantierefuturarte.com), nel 2015 ha lavorato come attore in due produzioni del Teatro della Toscana (“Il deserto dei Tartari Lettura teatrale a puntate” e “Il sogno di Alice”) inoltre lavora come animatore nella struttura socio-sanitaria RSA “Il Giglio” in cui sviluppa i propri progetti. Ha lavorato al progetto “Esperimento Deserto” (esperimentodeserto.wordpress.com), e al progetto “Amleto 2016”, un percorso di formazione con messa in scena finale per Under 25, all’interno di una Residenza per anziani. Dal 2017 collabora stabilmente con la compagnia KanterStrasse con cui ha realizzato “Amletino”, “Ubu re. Ubu chi?”, “I Promessi Sposi” e “Sotto attacco! Primo studio per una guerra dei mondi” (regia di Simone Martini), ha scritto e interpretato “La grande menzogna” un testo per la Giornata della Memoria 2018 e il progetto digitale “OZz”, presentato in anteprima al Festival dello Spettatore 2020.

Michal Denci (Bratislava), da sempre interessato alla cultura, ha studiato musica, teatro e produzione cinematografica all'Università di Firenze. Durante gli studi in Italia, ha inoltre collaborato con un ensemble teatrale universitario non professionista. Con la sua tesi di Laurea, il cui argomento erano gli aspetti artistici e la produzione nel teatro slovacco del XX secolo, ha vinto il “Premio Bardazzi” assegnato alle migliori opere universitarie dell'anno. Dopo il ritorno in Slovacchia, ha seguito diversi progetti al Teatro Arena di Bratislava, dove ha ricoperto la carica di produzione e assistente alla regia. Successivamente ha lavorato con l’Istituto Italiano di Cultura per la realizzazione di iniziative culturali, tra cui un evento dedicato a Pirandello presso il Teatro Nazionale di Bratislava. Ha poi fatto il dottorato, presso DF VŠMU, Facoltà di Teatro dell'Accademia delle Arti Performative di Bratislava, con una tesi sul teatro italiano del XX secolo. Nell'ambito della sua tesi, si è dedicato alla traduzione di testi teorici di alcuni drammaturghi italiani. Dal 2019 è project manager del Teatro LUDUS di Bratislava e docente all'Accademia delle Arti Performative di Bratislava.

Ven 14 Feb 2020

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